Cassata siciliana, la vera storia

Da dove arriva? Il percorso di questo dolce ricalca quello di altre specialità, nate siciliane e che poi si sono irradiate in tutta Italia.
Come è stato per la pasta, per le arancine, per il gelato, per la pasta di mandorle e perfino per l’allevamento del bufalo d’acqua e, in parte, per il torrone. È infatti alla Palermo del periodo arabo che bisogna risalire, in quella che all’epoca (XI secolo) era la città più grande d’Europa. Gli Arabi avevano importato nell’isola vari prodotti: dal pistacchio agli agrumi, dalla mandorla alla canna da zucchero. Secondo la tradizione, una notte un pastore decise di mescolare la ricotta di pecora con lo zucchero o il miele. E chiamò questo dolce “quas’at” (“bacinella”), dal nome della ciotola in cui era contenuto l’impasto. Successivamente, alla corte palermitana dell’emiro in piazza Kalsa, i cuochi decisero di avvolgere l’impasto in una sfoglia di pasta frolla, da cuocere poi in forno. Nacque così la cassata al forno, la più antica delle versioni di questo dolce.